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Ci si ricorderà del XX secolo come di quell'epoca la cui idea principale non consisteva più nel prendere di mira i corpi dei nemici, bensì il loro ambiente. Questa è, in senso implicito, l'idea fondamentale del terrore: tra le tante cose che il secolo scorso ci ha lasciato in eredità, la più significativa è, secondo Peter Sloterdijk questo nuovo concetto, "specificamente moderno e post-hegeliano", di terrore, non più diretto ai corpi, ma al contesto in cui essi vivono, a quelle funzioni primarie dell'uomo - come la respirazione e l'attività del sistema nervoso centrale che dipendono dall'aria. Si compie qui, in questa aggressione nei confronti delle condizioni ecologiche dell'esistenza, il passaggio dalla guerra classica al terrorismo. Il XX secolo inizia quindi per Sloterdijk il 22 aprile 1915, data del primo utilizzo massiccio dei gas al cloro come arma bellica, e si articola attraverso una serie di episodi in tal senso drammaticamente significativi: la guerra tra il Marocco e la Spagna - primo conflitto aero-chimico -, la messa a punto a metà degli anni Venti del gas di Auschwitz, lo Zyklon B, poi la camera a gas in Nevada a partire dal 1924, fino all'orrore di Hiroshima e Nagasaki, alle più recenti forme di terrorismo e al definitivo tramonto del rapporto "naturale" tra l'uomo e l'atmosfera.